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Mirabello sotto i Sabaudi

Mutamenti di distrettuazione

Appartenne al marchesato, poi ducato, del Monferrato, quando, sebbene con debole valenza in termini di ordinamento amministrativo, era classificata fra le terre dello stato «al di qua del Tanaro» o della provincia di Casale (Raviola 2001, p. 103). Dopo l’annessione del ducato del Monferrato agli stati sabaudi nel 1708 entrò a far parte della provincia di Casale. Tale assetto fu confermato dalla definitiva sistemazione delle province piemontesi attuata nel 1749 e si mantenne perciò fino alla caduta dell’antico regime in Piemonte (1798) (Sturani 1995). Entro la maglia amministrativa francese, Mirabello seguì le sorti dell’intero territorio della vecchia provincia di appartenenza, aggregato, senza sostanziali alterazioni, a una circoscrizione di estensione variabile avente per capoluogo Alessandria.

Si trattò dapprima del dipartimento del Tanaro, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799), e, dopo il ritorno dei Francesi e in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1801, del dipartimento di Marengo, circondario (arrondissement) di Casale. Non toccato dal successivo rimaneggiamento del 1805, l’inquadramento amministrativo del Casalese e quindi di Mirabello non mutò fino alla Restaurazione (Sturani 2001; ANP, F2 I 863 [Montenotte]). Dopo la parentesi napoleonica, Mirabello rientrò a far parte della ricostituita provincia di Casale, inclusa nel 1818 nella divisione di Alessandria e dopo ulteriori instabili riorganizzazioni a livello sovraprovinciale durante la prima metà del secolo, ridotta a circondario della provincia di Alessandria nel 1859 (Sturani 1995).

Mutamenti territoriali

Nel corso del secolo XVIII, da parte del governo sabaudo furono avanzate diverse ipotesi di aggregazione dei «tenimenti separati» del Monferrato ai territori delle vicine comunità, soprattutto in coincidenza della «misura generale» intrapresa negli anni Ottanta del secolo. In questo quadro, si prevedeva l’assegnazione di Baldesco (l’estensione del cui territorio era valutata a oltre 500 moggia di Monferrato) alla comunità di Mirabello, di Castel Grana (oltre 450 moggia) alla stessa Mirabello oppure a Occimiano, della dipendenza di Motta di Grana (circa 200 moggia) a Occimiano. L’effettiva integrazione di questi tre territori nella giurisdizione di una comunità, individuata infine, prevalentemente, in quella di Mirabello, poté tuttavia essere completata soltanto con l’abolizione della feudalità in Piemonte, nel 1797 (Sergi 1986, p. 399). Durante l’antico regime, pur essendo fiscalmente esenti, in quanto possessi di natura feudale, dalle imposte ordinarie, le terre di Baldesco, Castel Grana e Motta da Grana concorrevano in solido con la città di Casale all’assolvimento dei carichi derivanti dalla fiscalità straordinaria.