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Produzione agricola dal 1700

La Statistica generale fornisce un dato sull’estensione complessiva del territorio (3029 moggia) superiore di circa 73 moggia alla cifra che si trova nel documento redatto dal consiglio della comunità il 24 dicembre 1781 in risposta alla circolare diramata dall’intendenza di Casale il 16 dicembre dello stesso anno (poco più di 2956 moggia).

È dunque ipotizzabile anche per Mirabello il verificarsi, nel corso della seconda metà del XVIII secolo, di una netta riduzione dell’estensione dei vigneti a vantaggio della coltivazione dei cereali. Non sorprende quindi che nel 1781 i consiglieri della comunità indicassero nel grano il principale prodotto del territorio, ma già la Statistica generale segnalava come attività diffusa tra gli abitanti del luogo il commercio e il trasporto di granaglie. Nelle tabelle della Statistica generale dedicate alle stime della produzione agricola, Mirabello figura tuttavia soprattutto come esportatrice di vino (il 69 per cento della produzione), mentre le eccedenze di frumento appaiono assai più modeste (pari al 18,2 per cento del prodotto totale).

Elevata, anche se non nella misura rilevabile in altre comunità del Basso Monferrato, la carenza di «meliga bianca» (eguale al 75 per cento del fabbisogno locale) e di «marzaschi» (al 76,9 per cento). Nel secolo XVIII, i tributi si ripartiscono nel modo seguente: «l’Ordinario, il Tasso e le due terze Caserme, sui soli terreni, e l’altra terza Caserme, a’ fumanti. Gli Accordi, la metà bestiami e l’altra metà sulli frutti, cioè un quarto sopra le granaglie e l’altro quarto sopra il vino». La comunità deve pagare gli interessi di alcuni debiti contratti tra la metà del secolo XVII e gli anni 1770.